Se parliamo di olio ci possiamo aspettare per l’annata 2019/2020 della produzione di olio d’oliva risultati molto diversi a seconda dei paesi presi in considerazione: infatti le previsioni parlano di un calo significativo per la Spagna, ma numeri record per Portogallo e Tunisia, oltre a buoni risultati per Italia e Grecia.
I produttori di olive si devono confrontare con gli effetti del cambiamento climatico: se alcune regioni sono state colpite dalla siccità, d’altro canto altre sono state costrette a effettuare raccolti anticipati.
Ma fortunatamente nel complesso la situazione per i produttori è positiva. Un recente studio di Hexa Research ci rivela che ci sono grandi prospettive di espansione: se nel 2017 il valore del mercato dell’olio d’oliva era stimato attorno ai 7 miliardi di euro, nel 2025 dovrebbe segnare una crescita costante per raggiungere all’incirca i 10 miliardi di euro.
Una tendenza che ci conferma il trend degli ultimi 25 anni, che hanno portato a un aumento del 73% del consumo globale di olio (con punte del 250% negli Stati Uniti).
I consumatori si dimostrano sempre più attenti nei confronti della loro alimentazione e questo atteggiamento ha portato ad un aumento della richiesta di prodotti salutari da usare in alternativa ad altre tipologie di oli considerati di minor qualità.
Oltre al settore dell’alimentazione, non dobbiamo trascurare la crescente richiesta di olio d’oliva come ingrediente per la realizzazione di prodotti per la cura personale, come prodotti per la pelle e per i capelli.
Sempre secondo lo studio di Hexa Research, il prodotto principale rimarrà comunque l’olio vergine d’oliva, che nel 2017 dominava il segmento con oltre il 70% dei ricavi totali – e la quota di mercato è destinata a crescere ancora. L’uso alimentare continua a rappresentare la parte principale del mercato (oltre l’85% sul totale nel 2017).
Il mercato europeo resta il principale mercato di olio: da solo supera infatti il 60%, con Spagna, Italia e Grecia in prima linea per produzione ed export. Tra gli altri grandi produttori segnaliamo alcuni altri paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, luogo di origine della produzione di olive, in particolare Tunisia, Turchia, Siria e Marocco.
Una crescita è prevista anche per i paesi dell’Asia, dove i consumatori stanno diventando più esigenti e consapevoli in termini di consumo di alimenti salutari. In particolare la spesa per persona sta crescendo in maniera significativa anche in India e in Cina e proprio quest’ultima sta diventando una delle principali destinazioni per l’export.
I numeri di un report della Commissione Europea ci parlano chiaro: il primato della produzione rimane all’Europa, grazie alla sua tradizione millenaria e alla centralità della dieta mediterranea, per cui l’olio d’oliva è l’ingrediente essenziale da tenere in cucina.
All’interno dell’Europa notiamo la netta predominanza della Spagna, che da sola copre tra il 60% e il 70% della produzione europea – e nelle annate più produttive, la metà di quella mondiale. Mentre Italia e Grecia si contendono il secondo posto, il Portogallo si attesta invece in quarta posizione.
Al di fuori dell’Europa la produzione è dominata da 4 paesi affacciati sul Mediterraneo: Tunisia, Turchia, Marocco e Siria, che insieme coprono tra il 60% e il 70% della produzione non europea.
Non ci sorprende dunque che l’olio di oliva sia consumato soprattutto nei paesi che ne producono di più, anche se l’ordine della classifica è leggermente diverso. Secondo una ricerca del 2014 infatti la Grecia detiene il record del consumo per persona, con una media di 12,8 kg consumati da una persona in un anno. A seguire Spagna e Italia, con rispettivamente 11,3 kg e 10,5 kg, mentre in Portogallo la media è solo di 7,2 kg.
E non ci sorprende nemmeno che i numeri dell’export rispettino sostanzialmente quelli della produzione, con la Spagna nettamente in testa, seguita da Italia, Grecia e Portogallo.
Piccola nota finale che può stupire, è che i 2 più grandi produttori sono anche i primi nell’importare olio d’oliva: ossia la Spagna e l’Italia. la Spagna importa infatti olio d’oliva soprattutto dalla Grecia, mentre l’Italia lo importa principalmente dalla Spagna. Tra i grandi importatori seguono Stati Uniti, Russia e Germania.
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